IL TEATRO DELLA VITA, BUONA LA PRIMA
Ed eccoci qui, giunti nella 66^ edizione del Carnevale di Ceggia. Di sicuro non ci facciamo scoraggiare da un quinto posto ed anche quest’anno siamo qui a presentarvi la tematica del nostro carro.
Il tema è molto forte e come avrete ben capito dal titolo, parleremo della vita e della morte.
Il tutto è ambientato in un teatro (la nostra vita) ed il personaggio principale è il pagliaccio (noi stessi).
Ad un certo punto della nostra vita, ci troviamo di fronte ad una realtà e decidiamo che strada intraprendere, chi diventare, chi essere e chi seguire.
Potremmo quindi scegliere di prendere la strada corretta: quella che ci porta ad essere delle persone per bene, ad avere una buona immagine di noi stessi, una buona carriera lavorativa e se tutto va per il verso giusto anche una famiglia.
Dall’altra parte, invece potremmo prendere la strada opposta: una strada buia, regnata dalla droga, dal bullismo, dal razzismo che ci porta più facilmente a perdere la testa trovandoci alla fine con le spalle al muro e con la possibilità di
vedere la morte con i nostri occhi.
Abbiamo appunto deciso di rappresentare queste due situazioni attraverso un allegro “pagliaccio morto” simbolo di vita e di allegria che sin da piccoli anima feste e fa divertire tutti. Ma che succederebbe nel caso in cui questo pagliaccio usasse la sua ironia per spaventare e far prendere strade sbagliate a tutti quei bambini?
Ecco allora che entrano in gioco l’angelo e il diavolo, che come ben sappiamo spingono la coscienza a fare ciò che vogliono loro, ma sta poi a noi decidere chi ascoltare e chi seguire.
Sta a noi decidere se adottare una maschera per nascondere la fragilità che abbiamo per festeggiare la persona che siamo: questo è il teatro della vita.
Un vero e proprio scenario, perchè diciamocela tutta: la nostra vita è tutta un palcoscenico con la differenza che non segue copioni poichè è tutto un “BUONA LA PRIMA”. Siamo guidati dalla coscienza, la nostra, ma spesso se condizionata da quella di altre persone diventiamo ciò che non avremmo mai voluto essere.